Famiglie. Dogliani e le Langhe nei miei ricordi d'infanzia

«Nell'avanzare fra un sambuco e una gaggìa, nel difenderti dal graffi o di un'acacia, e nel calpestare di continuo fili d'erba e foglie a terra, abbandonavi poco alla volta ogni ragione di stupore e, senza accorgertene, entravi in un mondo quasi invisibile dove, però, scorreva vita intensa. Bastava solo tendere l'orecchio e silenziosamente osservare quel che succedeva attorno. Potevi incontrare il ragno che, al centro della tela, consumava il minuscolo volatile o dondolando appeso al filo pareva godersi il tepore. La poderosa edera sul fianco della quercia mostrava di quanto ingegno sia dotata la natura là dove necessità lo impone. Attento al pur minimo stormire di foglia, un roditore si celava come lampo all'indiscreto sguardo e attendeva immobile, nel sicuro riparo, annusando affannosamente. Lungo il tronco abbattuto, che si opponeva al tuo faticoso avanzare, minuscoli individui in schiera ben ordinata erano indaffarati a trasportare mercanzia. La lucertola se ne stava immobile osservando tutt'intorno finché il suo balzo, volto ad accalappiare la preda, muoveva allo scompiglio quanto viveva nelle vicinanze. Sono tanti altri ancora gli abitanti del bosco intenti ognuno a procacciarsi il cibo. In questa fiera della sopravvivenza l'un mangia l'altro e nulla va sprecato così che, incredibile, son molti di più a vivere di quanto non sembri.» (Francesco Richieri)