Passò l'angeli e ddisse ammènne

La lettura di quest'opera tutt'altro che consolatoria, malgrado tutto ci consola, ci appaga perché è proprio dell'uomo sentirsi placato di fronte al bello, alla perfezione formale. (...) Mi sono riaccostato a questi testi con umiltà e con rispetto; l'ho fatto con cuore fraterno di poeta e certamente, in futuro, qualcuno più dotato di me riesaminerà questa poesia con ben altra strumentazione critica. Ripeto, l'ho fatto con cuore fraterno ed allo stesso modo vorrei dire ai miei concittadini tanto assuefatti a vivere in mezzo alla bellezza: onoriamo questo figlio di Ascoli perché egli ha arricchito la sua città e tutti noi donandoci ancora bellezza e coltivando e rafforzando il genio del popolo Piceno; onoriamo un poeta le cui parole resteranno, durevoli, nel tempo. (dalla prefazione di Luciano Roncalli-Benedetti)