Lettere a Mochilla

Imprevedibile, moderna, scattante e, a suo modo, vagamente malinconica. Questa è la penna di Tatiana Belletti. Quella penna che traccia i contorni di un andare giovane, quando la giovinezza è tanto la voglia di essere spensierati quanto l'inevitabile condanna ad incassare i colpi di un mondo che solo raramente si mostra splendente. È un viaggio verso il mare, con un vestito leggero addosso e la strada che s'inoltra nel sole, ma con la testa stipata di pensieri, carica di voglia d'amore, da qualsiasi fonte esso provenga e a qualsiasi entità voglia essere destinato. Inizia con lettere, ma diventa una sorta di diario, e non si ferma lì. Tracce di poesie, di profondi sentimenti che vengono, però, appena accennati. E vi ritroverete abbracciati da queste pagine, immersi nel loro profumo deliziosamente femminile, incerti su cosa sia effettivamente quella strana espressione di vago, mesto sorriso che a stento si nota. Forse perché lei ha amato tanto, a modo suo. Ed il suo raccontare scivola lento, costante, ma stridente.