Eptapoli

All'inizio del XIII secolo, sulle sponde del Mediterraneo, attorno a una baia naturale, sorgeva un tranquillo borgo di pescatori in cui la gente viveva di prodotti ittici con i quali barattavano cereali, ortaggi e altri beni provenienti dall'entroterra. La leggenda narra che in riva al mare sorgeva un piccolo borgo marinaro che col tempo si trasformò in una piccola città grazie alla costruzione di edifici commerciali e di locande destinate ad accogliere i viaggiatori e i pellegrini diretti verso la Palestina. Questa città fu chiamata Eptapoli secondo la forma geometrica ettagonale delle sue mura di cinta. La presenza di sette strani personaggi, i cui destini s'incroceranno sulla piazza Centrale, sconvolgerà la vita quotidiana di questa tranquilla città. Ogni personaggio ha una sua attenta e minuziosa caratterizzazione che rappresenta i sette peccati capitali, osteggiati durante secoli dalla Chiesa cattolica. Peccati che oggi nessuno considera più come tali ma che, anzi, in alcuni casi sono diventati persino virtù. Un affascinante affresco di una città immaginaria, teatro tragico dell'influenza dei sette peccati capitali ai quali l'autore di questo romanzo dà una dimensione umana.