Aristotele e i suoi dèi. Un'interpretazione del III libro del De Philosophia

Riferimento: 9788843060702

Editore: Carocci
Autore: Botter Barbara
Collana: Biblioteca di testi e studi
In commercio dal: 12 Maggio 2011
Pagine: 268 p., Libro in brossura
EAN: 9788843060702
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Descrizione

La molteplicità di lineamenti assunta dalla teologia aristotelica nell'insieme delle opere del Corpus e spesso all'interno di una stessa opera ha provocato un certo disagio, spesso accompagnato da una pungente polemica, tanto fra gli interpreti antichi di Aristotele, quanto fra i medievali e i moderni. In epoca antica, l'atteggiamento politeistico di Aristotele provocò disorientamento nell'epicureo Velleio. Teologi cristiani e musulmani utilizzarono la dottrina teologica di Aristotele per fondare la visione monoteistica della divinità, benché le differenze con il Dio della Bibbia fossero sotto gli occhi di tutti. Questo divenne un pretesto per scatenare una campagna di denigrazione contro lo Stagirita. Al-Gazali e Lutero ricoprirono Aristotele degli insulti più feroci, benché già Petrarca si fosse alquanto lasciato andare. La tradizione moderna cercò di assumere un atteggiamento più sfumato malcelando un sentimento di rassegnazione. Attraverso l'analisi dei frammenti del libro in dell'opera Sulla filosofia l'autrice prova a ristabilire la verità storica: Aristotele non voleva essere un teologo e la teologia era da lui ritenuta una narrazione poetica sui viventi immortali e felici. Il filosofo antico usa il termine dio solo come attributo che può essere predicato ad enti differenti, a patto che essi occupino un grado di eccellenza. I pezzi del mosaico, rimessi insieme in quest'ottica, restituiscono così l'immagine aristotelica di un dio, ma non di Dio.